martedì 31 agosto 2010

La densità del tempo

L'arte cinese non mi ha interessato, non la capisco e non la conosco ma penso che sia il momento di capire. Inizia dal contemporaneo -mi son detta- la globalizzazione porterà con se una più facile comprensione dei segni. Così sono andata al PAC a vedere Zhang Huan. Soprattutto sculture e tele in lino e cenere d'incenso, che dà una insolita variabile profondità al nero e ai grigi. All'ingresso due grandi Budda, uno il calco dell'altro. Uno splendente in alluminio, l'altro, fragile, in cenere, si perde, si disfa con l'andar dei giorni, con i passi dei visitatori, con le più piccole vibrazioni. Eppure il Budda rimane lì con la sua aria imperturbabile, con quell'espressione di indifferenza e comprensione totale. Non so se percepivo il tempo immobile o in movimento, so che era stranamente denso e so che sarei rimasta ore per scorgere qualche granello scivolare, sarei rimasta ore ma non avevo tempo e sono andata oltre.

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